PIEVE

PIEVE
POLAROID

mercoledì 6 febbraio 2008

Aspettando la terza

Scritte mentre infuriava la guerra in Jugoslavia, queste poesie facevano esercizio di tristi profezie: la terza che aspettavamo era la guerra mondiale in cui siamo oggi immersi, ignari e felici, ma anche quella civile che si approssima inavvertita.



IAspettando la terza
ti ricordo beltà d'Italia
sparita ormai
e dalle facce
dileguata prima
che dalle cose. Esse
in quelle
posture loro
stanno
sconce e deformi eppure
tenacemente ferme
al disperso splendore
che dilagava attorno:
resistono.


IILe cose dunque se
aspettando la terza
si distendessero in paesaggio
a ricordo di come il mondo
era prima
potrebbero insegnarci
le felici distruzioni
la guerra ai manufatti
di questa ordinata e ricca
età trionfale,
e divellere le ben costrutte
opere di noi testimonianza,
la bava immonda che segna
la nostra traccia sulla terra
sarebbe giusto esercizio,
premio fatale.


IIIMa sarà invece
guerra tra uomini
la terza che viene
e quell'orizzonte che increspa
il limite lontano
del visibile
è tumulto di genti popoli
aggruppamenti e torme.


IV
Aspettando la terza enumero
conto i modi d'amare
e le rime ad essi
adatte
penso
ricordo e rido.


V
Aspettando la terza
si muove la guerra
lentamente a quelli
tra noi
che disertori
la tivvù ha proclamato
e smarriti prendono
le armi.


VIEcco qui noi ecco qui noi
ecco qui noi
gridiamo storditi
nella pace oleosa
tra veli e quiete
mentre il meriggio si arrende
allo scuro che viene dal fondo
del golfo.


VIIImbelli aspettiamo
la terza, gonfi di ammaestramenti
inutili -la storia si fa confuso
presagio, il massacro contiguo
il dibattito acceso.
Mi ingombra la pietà
il pensiero
dell'immane ripetizione
il sapore della polvere
che sento già nella bocca
il rombo del cannone la vampa
e la vasta inanità del tutto.


VIIIE la fiamma
attende pure la terza
-aspra combustione
del mondo: è una pira
regale o un soffio
potente quello che
ansima fuori
che ci chiama a vedere?
IXEppure aspettando
la terza preferiamo
sognare la lucente
sinuosa potenza
dei missili, portentosi
cilindri.


X
Deriva la nostra
trepida pace
da quella forza,
non da noi: meglio
ameremmo, noi, la contesa
ed il sangue
e lo scannatoio festoso.
Litigiosi ma vili quanto
volentieri trasformeremmo
uffici condomini salotti
ogni strada in palchi
di sapute violenze: così
la pace ci è imposta
ma la terza che avanza
la va sottraendo
senza sforzo, facilmente.


XIGeneroso ma invano
sarà l'ignorare
della terza che viene
il sonoro richiamo: e le fughe
e l'irresistibile amore
di chi cerca
una pace privata
e si dice
con grazia
neutrale
non muoveranno a pietà
chi contende sprovvisto
di onore e ricordi.Neppure
morire abbracciati
disarma chi vile
inconsapevole vive.


XIIArmarsi per primi
accettare la sfida
ma ordinati nei ranghi?
Così aspetteremmo la terza,
pronti alla barbarie
che monta e dalla legge
sorretti?


XIIIAspettando la terza
c'era chi allenava la mano
a sgozzare gli umani
facendo violenza
ai maiali.


XIVAspettammo la terza
ed era
di maggio. Il richiamo
solenne del tempo che torna
toglieva il respiro
e l'ansia d'amore
ci faceva la guerra
popolando di incanti e fantasmi
i giorni e le notti. Niente pace
ma una gioia
furiosa e contratta. Risoluti
imbracciammo le armi.
XVFummo male informati
(aspettando la terza)
dei torti subiti
e di come le colpe
andassero
distribuite? Esitammo
ma poi
rompemmo gli indugi.
XVIE la terza che viene
numerata sbiadisce
nell'ordine
progressivo il suo orrore.
Ellittica cifra
che alludi
a conseguenze ulteriori:
di un futuro presagio
saresti?






1996-98, inedita

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